Al governo “sono dei pasticcioni e non avendo risposte per il Paese, non essendo in grado di fare questo, ogni giorno la buttano su un complotto. Hanno bisogno di un nemico al giorno, in tutto ciò io mi chiedo: chi si occupa dei problemi dell’Italia?”. Se lo chiede la segretaria del Pd, Elly Schlein commentando gli ultimi avvenimenti che hanno scosso l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, a partire dal caso Sangiuliano-Boccia che ha portato alle dimissioni del ministro della Cultura. “Dovrebbero chiarire loro sul complotto. Essendo al governo hanno tutti gli elementi. Il problema è che quando lo fanno, creano problemi, come abbiamo visto in questi giorni con il caso Crosetto-servizi o con la polizia a Palazzo Chigi – continua la leader dem – Stiamo aspettando il giorno che non ci occupiamo di una grana del governo: Sangiuliano, Delmastro, Santanchè. C’è un problema di classe dirigente, o Meloni sceglie male o non ha di meglio e in ogni caso è un problema per l’Italia”, continua la leader dem.
Ma non solo. Schlein ha trovato “estremamente inopportuno che la presidente del Consiglio commentasse un processo in corso, su questo non so se ci sono precedenti. Il potere giudiziario e quello esecutivo dei governo sono separati. La separazione dei poteri è a tutela della democrazia da diversi secoli, ma la destra fa finta di non conoscerla. Questo è un governo che non ha rispetto dell’autonomia della magistratura ed è indice di uno scarso senso delle istituzioni quando arriva da un governo”, prosegue la segretaria del Pd intervenendo a ‘Tagadà’.
Su La7 parla anche dello scontro interno al Movimento tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. “Non intervengo su quello che accade in un’altra forza politica, non mi vedrete mai gioire delle difficoltà di un interlocutore con cui stiamo affrontando insieme la campagna elettorale in Emilia Romagna, in Umbria o in Liguria”, dice la segretaria del Pd intervenendo a ‘Tagadà’. E di alleanze. “Sulla politica internazionale abbiamo visto una compattezza delle opposizioni sul chiedere il cessate il fuoco a Gaza. Anche sulla politica estera siamo riusciti a fare passi avanti come opposizione”, spiega Schlein. Matteo Renzi? Quando era a capo del Pd “sicuramente quello è stato un periodo molto complesso e che ha lasciato delle ferite profonde, io nel libro racconto il percorso lungo 10 anni. La questione delle alleanza non si deve fare mai da nome a nome, abbiamo prima da dire cosa dobbiamo fare per il Paese. In 10 anni avevamo smarrito la nostra identità e ho iniziato dal salario minimo, i diritti, la politica industriale. E ho sempre detto che da soli non ce la facciamo, dobbiamo aprire anche a quel 50% che non vota. Dobbiamo mettere al centro alcune questioni fondamentali, non da nome a nome ma da tema a tema”, la riflessione della segretaria dem.
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