Alcune esplosioni sono state sentite in serata a Gaza, dove l’esercito israeliano annuncia di effettuare attacchi aerei.
Diverse esplosioni sono state udite dai giornalisti dell’Afp in serata a Gaza, pochi minuti prima che l’esercito israeliano annunciasse di “effettuare attacchi sulla Striscia di Gaza”. I giornalisti dell’Afp hanno sentito almeno tre esplosioni. Gli attacchi hanno preso di mira tre campi di addestramento di Hamas a Gaza City e un altro nel centro del microterritorio controllato dal movimento islamista, ha dichiarato una fonte della sicurezza palestinese.
Alta tensione in Medio Oriente. La pioggia di razzi su Israele dal Libano e da Gaza rischia di infiammare il Medio Oriente. Lo Stato ebraico ha accusato fazioni palestinesi legate ad Hamas di essere responsabili del lancio di 34 missili dal Paese dei Cedri verso la Galilea occidentale. Razzi preceduti da altri 7, di cui 5 verso Israele, tirati direttamente dalla Striscia in apertura della giornata in cui si festeggia la Pasqua ebraica. La cornice di riferimento di questa recrudescenza della tensione è la situazione sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, dove anche ieri si sono avuti altri incidenti dopo quelli violenti della notte tra martedì e mercoledì. L’attacco dal Libano a Israele è considerato il più grave dal conflitto del 2006: una salva di razzi che ha mandato gli abitanti nei rifugi. Dei 34 – ha spiegato l’esercito – 25 sono stati intercettati e abbattuti dal sistema Iron Dome, 5 hanno passato le difese provocando danni materiali e due feriti. Altri 4 non si sa dove siano caduti. A dare il senso della preoccupazione è stato il comandante in capo dell’Unifil, generale Aroldo Lazaro: “La situazione è estremamente seria”, ha avvertito, invitando alla “calma e ad evitare l’escalation”.
Dopo l’attacco missilistico i militari italiani del contingente Unifil sono entrati al riparo nei bunker delle proprie basi. Per ora – nonostante l’agenzia ufficiale libanese abbia riferito nel pomeriggio di un bombardamento israeliano – lo Stato ebraico ha precisato di non aver risposto all’azione militare dal Libano, che in serata ha visto anche colpi di mortaio indirizzati verso la città di Metulla. Posizione in netta controtendenza con la prassi abituale dell’esercito che di norma risponde immediatamente – come fatto con Hamas a Gaza – agli attacchi.
“Per quanto le aggressioni di oggi, colpiremo i nostri nemici e pagheranno un prezzo per ogni loro azione”, ha detto Benyamin Netanyahu. Il premier che ha convocato il gabinetto di sicurezza e il ministro della Difesa Yoav Gallant – riunitosi subito con gli alti vertici dell’esercito – ha dato mandato di preparare “tutte le opzioni di risposta”. Non si parla solo del Libano ma anche di Gaza, in una tenaglia che richiede un esame accurato delle mosse. L’esercito ha infatti detto di ritenere responsabili del lancio “fazioni palestinesi legate ad Hamas”, e sta esaminando l’eventuale “coinvolgimento” dell’Iran. Ovvio che in testa ci sia il Libano, dal cui territorio è partito l’attacco, con alcuni analisti che hanno sottolineato come l’ampiezza dell’azione sarebbe stata impensabile da realizzare senza l’assenso di Hezbollah.
Hamas “non rimarrà seduta con le braccia conserte” di fronte “all’aggressione israeliana” alla moschea di al Aqsa. Lo ha detto il leader di Hamas Ismail Haniyeh che si trova in visita proprio a Beirut da Hassan Nasrallah, capo di Hezbollah, alleato dell’Iran. “Tutte le organizzazioni devono serrare i ranghi e intensificare la resistenza contro l’occupazione israeliana”, ha aggiunto.
Dalla Striscia, a sud, il lancio di razzi ha fatto seguito ai nuovi incidenti sulla Spianata delle Moschee (il Monte del Tempio per gli ebrei). I palestinesi hanno addossato la responsabilità alla polizia israeliana entrata nella moschea con granate assordanti e sparando proiettili di gomma. La polizia ha replicato denunciando che dozzine di giovani hanno portato pietre e petardi nella moschea, cercando di barricarsi all’interno. Gli Usa hanno sostenuto il diritto di Israele di difendersi “da ogni aggressione” mentre l’Onu, condannando il lancio di razzi, ha chiesto “moderazione” a tutte le parti. La partita in corso a sud e a nord ha tuttavia rinsaldato l’unità di Israele: Yair Lapid e Benny Gantz, avversari di Netanyahu sulla riforma della giustizia, hanno detto che “quando si tratta della sicurezza, in Israele non c’è distinzione fra governo ed opposizione”.
“Il Libano è uno snodo fondamentale per la stabilità regionale e dell’intero Mediterraneo. In queste ore difficili è necessario ancora maggiore impegno per la pace e la sicurezza regionale affinché la situazione non degeneri”. Così il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha incontrato a Beirut il primo ministro Najib Mikati.
Il Libano “rifiuta qualsiasi escalation dal suo territorio”: lo ha dichiarato giovedì sera il primo ministro libanese Najib Mikati, condannando il lancio di una trentina di razzi su Israele dal sud del Paese. In una dichiarazione, Mikati, che guida il Paese de facto in assenza di un capo di Stato, ha aggiunto che il Libano “rifiuta l’uso del suo territorio per operazioni che destabilizzano la situazione”.
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