Un incontro al Quai d’Orsay, il ministero degli Esteri francese, giovedì scorso per l’ambasciatrice italiana Emanuela D’Alessandro. A darne notizia è il quotidiano francese le Figaro. L’incontro, non una convocazione ufficiale – spiega il giornale d’Oltralpe – arriva a seguito delle parole usate dal vicepremier Matteo Salvini nei confronti del presidente francese Emmanuel Macron. Il leader della Lega, parlando della guerra in Ucraina bocciò l’idea di un esercito europeo aggiungendo: “comandato da quel matto di Macron che parla di guerra nucleare, no, mai”.
In quell’occasione (era lo scorso 7 marzo durante un evento a Milano) il leader della Lega non risparmiò le accuse: “Zelensky chiede la pace, Trump lavora per la pace, Putin vuole la pace” ma “a Bruxelles e a Parigi c’è qualche matto. Io penso che Macron”, anche per “convenienza e per sopravvivenza politica, abbia una disperata esigenza di dare un senso alla sua ancor breve permanenza alla guida della Francia, però non lo faccia a nostre spese e dei nostri figli”.
Una presa di posizione sui cui Parigi ha chiesto conto, sia pur informalmente. La Lega sceglie di non commentare la notizia che arriva al termine di una settimana in cui la politica estera e le divisioni nella maggioranza hanno alzato il livello di tensione tra la premier e gli alleati.
Lo scontro tra Meloni ed il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di qualche giorno fa a margine di un Consiglio dei ministri (anche se smentito da Palazzo Chigi e dal Tesoro) rappresenta comunque la cartina al tornasole della tensione che si respira nel governo. E certo, la notizia arrivata da Parigi, non aiuta a stemperare il clima, si ragiona in ambienti della maggioranza. Una tensione che arriva alla vigilia del Consiglio europeo della prossima settimana, ma soprattutto in vista delle comunicazioni che Meloni dovrà fare alle Camere. Per lunedì è attesa una riunione dei capigruppo di maggioranza per mettere nero su bianco la mozione con cui approvare il discorso che terrà la presidente del Consiglio. Un lavoro non facile tenendo conto delle distanze che si registrano tra gli alleati, ed in particolare tra Fdi e Lega.
A riconfermare la netta contrarietà ad un riarmo europeo- mettendo altra benzina sul fuoco- è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti il quale trova “singolare che improvvisamente si scopra che si devono spendere valangate di miliardi facendo debiti per la difesa visto che la guerra ucraina c’è da tre anni”. Dito puntato contro Berlino e l’opportunità che possa riarmarsi: “Hanno detto che la Germania deve riarmarsi – rimarca senza fare paragoni espliciti con la storia – naturalmente questo a qualcuno dovrebbe in qualche modo….”.
A rincarare la dose ci pensa poi Salvini “stiamo lavorando giorno e notte per la pace, e spero che tutti stiano lavorando per la pace, perché mentre Trump, Putin e Zelensky parlano di tregua, di disarmo, di pace qualcuno a Bruxelles parla di 800 miliardi di debito per comprare armi, ecco è un controsenso”. Guai però a parlare di tensioni con gli alleati: “Giorgia sta facendo un lavoro enorme – dice – penso che la Lega sia il collante di questa maggioranza”. Il leader della Lega accusa infine Bruxelles di aver “messo in ginocchio interi settori produttivi. Bisogna lavorare per evitare danni all’economia italiana, parlando direttamente con Trump e con gli Stati Uniti, non tramite Macron o la von der Leyen. Abbiamo capito che Trump usa la minaccia di dazi per arrivare a accordi economici e commerciali, ha fatto così con altri. Dobbiamo lavorarci direttamente. Anche noi”.Rilancia ancora Giorgetti sottolineando come i dazi possano essere “un’occasione buona per difendere i giusti diritti delle imprese italiane”.
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