Le forze ucraine hanno distrutto un ponte sul fiume Seim nel distretto di Glushkovsky della regione russa di Kursk. Lo ha detto alla Tass un rappresentante regionale di polizia. “Confermiamo le segnalazioni secondo cui il nemico ha colpito un ponte sul Seim. L’evacuazione via terra da una parte del distretto di Glushkovsky è interrotta”, ha aggiunto. In seguito, anche il governatore ad interim della regione di Kursk Alexey Smirnov ha confermato che un ponte sul fiume Seim è stato distrutto da un attacco ucraino. Kiev avanza nel Kursk russo mentre Mosca accusa la Nato di aver avuto un coinvolgimento diretto nella pianificazione dell’attacco e sembra mantenere come priorità militare la regione di Donetsk.L’offensiva ucraina ha guadagnato ulteriormente terreno, con una penetrazione in territorio russo che gli 007 di Sua maestà britannica stimano in circa 40 chilometri.
Gli insediamenti sotto controllo sono oltre 80, compresa la cittadina di Sudzha, una ventina di chilometri dal confine, e Kiev ha quindi deciso di stabilire un ufficio di comando affidato al generale Eduard Moskalyov “per mantenere l’ordine e assicurare i bisogni della popolazione”. Al contempo, è stata ventilata la disponibilità a uno scambio di prigionieri, oltre 100 i soldati russi che sarebbero stati catturati, e alla creazione di un corridoio umanitario per i civili rimasti intrappolati nei combattimenti.
L’offensiva, “è mirata a convincere Mosca a impegnarsi in colloqui “giusti”, ha affermato il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak. “Dobbiamo infliggere significative sconfitte tattiche alla Russia. Nella regione di Kursk, vediamo chiaramente come lo strumento militare venga oggettivamente utilizzato per convincere la Federazione Russa a entrare in un giusto processo di negoziazione”. E nel frattempo il governatore di Belgorod, la regione confinante di Kursk, ha disposto l’evacuazione di cinque località dal 19 agosto.
A Mosca intanto, dove il presidente Vladimir Putin ha riunito il Consiglio di sicurezza per discutere “nuove soluzioni tecniche” da applicare nel conflitto, il principale consigliere dello zar del Cremlino, Nikolai Patrushev, ha puntato l’indice contro l’Alleanza atlantica. “E’ stato l’Occidente a portare al potere la giunta criminale in Ucraina.
I Paesi Nato hanno inviato armi e istruttori militari in Ucraina, continuano a fornire informazioni d’intelligence e controllano le azioni dei gruppi neonazisti. E l’operazione nella regione di Kursk è stata pianificata con la partecipazione della Nato e dei servizi speciali occidentali”, ha tuonato Patrushev. Nelle stesse ore, la Bbc rivelava che i carri armati forniti da Londra sono stati utilizzati nell’incursione di Kiev: si tratta di 14 tank Challenger 2.
Sul terreno, i servizi segreti britannici sottolineano tuttavia che dopo un iniziale smarrimento dovuto all’effetto sorpresa dell’attacco ucraino, le forze russe si sono rafforzate nell’area, dove operano da giorni anche i battaglioni ceceni di Ramzan Kadyrov. Per gli osservatori l’elemento da sottolineare è che Mosca continua ad avere come obiettivo prioritario quello di conquistare altro territorio nel Donetsk. Qui, le autorità militari ucraine di Pokrovsk, cittadina nel mirino dei russi, hanno invitato i civili ad accelerare l’evacuazione dalla città perché l’esercito russo si sta rapidamente avvicinando. Le truppe di Mosca “stanno avanzando a ritmo sostenuto. Ogni giorno che passa c’è sempre meno tempo per raccogliere gli effetti personali e partire verso regioni più sicure”, recita un comunicato.
Su un altro fronte, questo ancora tutto politico, mentre Kiev rimanda al mittente le rivelazioni del Wall Street Journal sul ruolo di Kiev nel sabotaggio del Nord Stream, torna a farsi sentire anche il padre padrone della Bielorussia.
Il presidente Alexander Lukashenko, insistendo nell’esortare Ucraina e Russia a “sedersi al tavolo dei negoziati”, ha avvertito che Minsk non cerca un’escalation ma “non appena qualcuno oltrepasserà il confine la risposta sarà immediata”. Il suo ministro della Difesa, Viktor Khrenin, ha poi spiegato che vista la “presenza di formazioni armate ucraine nelle zone di confine, resta elevata la probabilità che vengano preparate e attuate provocazioni armate sul nostro territorio”.
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