“In quanto donna, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, penso abbia potuto vedere nella sua carriera tanti aspetti con i quali le donne sono costrette purtroppo a misurarsi e penso che il maschilismo la presidente del Consiglio lo abbia visto in più occasioni. Se è arrivata ad essere presidente del Consiglio sicuramente è arrivata ad affrontare e superare alcuni temi. Sicuramente può dare dei consigli utili a tutte le donne d’Italia”. Lo ha detto Gino Cecchettin, papà di Giulia, a margine di un incontro con gli studenti delle scuole superiori bolognesi nell’aula magna di Santa Lucia.
Sul tema del patriarcato e della violenza di genere “vorrei confrontarmi con il ministro, Giuseppe Valditara, e con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, numeri alla mano”, ha aggiunto il papà di Giulia a margine dell’incontro. Nei giorni scorsi Valditara aveva detto che “la visione ideologica vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato. Ma come fenomeno giuridico è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975, che ha sostituito alla famiglia fondata sulla gerarchia la famiglia fondata sulla eguaglianza”. Il ministro aveva individuato anche in giovani e giovanissimi di origine non italiana gli autori della maggior parte delle violenze di genere.
“Rispetto le opinioni di chiunque ma certe cose vanno coadiuvate da numeri concreti – è la replica di Gino Cecchettin – quindi mi prenderò il tempo di analizzare le statistiche”. Nel caso della figlia Giulia “non è così – spiega – e anche per tanti altri casi che ho avuto modo di conoscere, ma penso che non sia questo il punto. Penso che la violenza vada condannata da tutti i punti di vista, indipendentemente da dove arriva. Non ne farei una questione di genere, di colore, di provenienza – prosegue – Quando la violenza la si vede, va combattuta nel migliore in modo concreto e con le regole che la società si è data. Solo così, cercando di capire costruttivamente come si può affrontare un problema, senza magari fare sempre propaganda, ma cercando in modo proattivo una soluzione, si crea valore”, conclude.
“In ogni momento in cui non c’è libertà, c’è violenza”. È questo uno dei messaggi lanciati da Gino Cecchettin agli studenti bolognesi riuniti nell’Aula Magna di Santa Lucia per l’iniziativa ‘Dieci domande sulla violenza’, organizzata dalla Città Metropolitana di Bologna in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Cecchettin nel suo intervento ha raccontato che, anche dopo la fine della relazione con l’ex fidanzato, vedeva “Giulia felice, nella quotidianità era la Giulia di sempre. Questo è il sintomo che quella violenza che alle volte si insinua nella famiglia non è facile da riconoscere”. “Quando le chiedevo di chiudere rapidamente la relazione, anche di amicizia, perché vedevo che qualcosa non andava, Giulia mi diceva ‘Filippo non farebbe male a nessuno’ – ha ricostruito il padre – Non si era resa conto che era già nelle spire di una violenza subdola, dello stalking”.
“Abbiamo tutti il diritto di decidere della nostra vita – è l’invito rivolto ai ragazzi – . Bisogna prendere il coraggio di guardare dentro di noi, come ha fatto Giulia, e dare sfogo al nostro talento e alla nostra attitudine. Alle volte bisogna dire “non ti amo più” perché ho rispetto per me e per la mia vita”. Cecchettin ha poi parlato dell’immenso dolore che ha attraversato dalla morte della figlia, ma anche della felicità che ha provato grazie agli altri due figli, Elena e Davide, che lo hanno sostenuto negli ultimi 12 mesi.
“Ho preso ispirazione da Giulia per questo – ha raccontato il padre – perché in ogni momento lei ti diceva una parola e cambiavi in positivo, forse era una sua dote naturale. Se Giulia non fosse stata così, io non sarei riuscito a fare tutto ciò che ho fatto in quest’anno. Io ringrazio Giulia per quello che mi ha donato e insegnato e vorrei trasmetterlo a voi, vorrei darvi l’opportunità di guardare al futuro, con tutti i problemi che la società ha, ma siamo parte della società e se noi cambiamo riusciamo anche un po’ a cambiare la società”. Parole che sono state accolte con una lunga standing ovation dai tanti giovani presenti.
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e a pochi giorni dal primo anniversario del femminicidio di Giulia Cecchettin, l’Università di Bologna ha organizzato una serie di eventi per continuare a mantenere alta l’attenzione sulla violenza di genere.
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