Champions, in campo Milan-Liverpool 1-3 LA CRONACA
Tutt’altro che perfetto. Fonseca aveva chiesto un Milan senza errori difensivi contro il Liverpool a San Siro, invece le troppe disattenzioni anche banali della retroguardia, vanificano il vantaggio iniziale rossonero e poi tutta la partita. Graziati per ben due volte dalla traversa colpita da Salah, i rossoneri con il trascorrere dei minuti si sciolgono lentamente come neve al sole. Subiscono due gol su calci piazzati – colpo di testa di Konaté al 23′ su punizione ‘procurata da Calabria e poi di Van Dijk al 41’ su corner – poi nel secondo tempo Szoboszlai dà il colpo di grazia.
Finisce 3-1 e con i cori e la contestazione della Curva Sud che chiede alla squadra di tirare fuori gli attributi dopo aver vinto solo una partita su cinque in questo avvio di stagione. Illude la rete di Pulisic e l’avvio rabbioso e prepotente del Milan. Il Diavolo va in vantaggio dopo appena 3′ grazie ad una bella involata del centrocampista imbeccata dall’apertura di Morata, ma poi davanti delude. Leao, chiamato ad essere uno dei grandi protagonisti, non entra mai in partita. In difesa Fonseca cambia e inserisce Tomori e Calabria ma è una scelta che non paga. Fofana spesso è lento e poco deciso negli interventi. La mancanza di movimento in campo rende complicata la costruzione del gioco, Maignan alterna errori banali (l’uscita a vuoto sull’1-1) a grandi interventi (provvidenziale l’uscita ad inizio ripresa su Diogo Jota ma che lo obbliga al forfait per una botta sul ginocchio involontaria di Tomori, dopo aver avuto problemi per tutto il primo tempo). E per tutta la ripresa è un 19enne a tentare di chiudere la saracinesca contro il Liverpool a San Siro: Lorenzo Torriani classe 2005. Ma è chiaramente una missione quasi impossibile.
Una partita tesa, sentita, che ha messo in evidenza la superiorità dei Reds ma in cui il Milan ha anche qualcosa da recriminare: al 14′ della ripresa, sul 2-1, un tocco di mano in area di Gakpo fa protestare veementemente sia Morata che Fonseca ma l’arbitro non interviene e neppure la Var, e il tecnico viene ammonito per proteste. Dopo il 4-0 contro il Venezia, la sconfitta contro il Liverpool torna a far male. Un ko era pronosticabile ma ci si aspettava qualcosa in più dai rossoneri che probabilmente non hanno ancora superato alcuni problemi.
Morata alla vigilia aveva detto che il Milan non era più umorale come nelle prime partite. In realtà è mancata la reazione d’orgoglio per gran parte del primo tempo e poi nella ripresa. Salah e Gakpo sono stati delle spine nel fianco per la difesa del Milan. La rapidità di movimento e di esecuzione dei due esterni è di un altro livello rispetto a quella di Leao o Pulisic. Funziona tutto così bene per i Reds che c’è spazio anche per un paio di minuti per il debutto di Chiesa. Il lavoro per il Milan invece è ancora lungo e Fonseca dovrà trovare il modo di non far subire il contraccolpo emotivo alla squadra perché domenica c’è un derby che vale quasi mezza stagione.
In tribuna questa volta c’è Zlatan Ibrahimovic e la sua presenza si sente soprattutto per le dichiarazioni prepartita a Sky Sport: “Il mio ruolo è semplice, tanti parlano. Comando io, sono io il boss e tutti lavorano per me. Si lavora in silenzio”.
Frasi che lo caricano di enormi responsabilità nel caso la stagione del Milan non rispetti le aspettative. Ibra risponde anche sulle critiche: “Quando leone va via, i gatti si avvicinano. Quando il leone torna, i gatti spariscono. E non sto parlando della squadra, ma di chi è fuori dalla squadra. Tutto quel che si dice in giro, il livello è troppo basso. Mi sto concentrando sul lavoro, sono stato via per qualche giorno per motivi personali, però sono sempre presente. Si lavora, si pedala”. E c’è ancora tanto da lavorare, tanto da pedalare.
Fonseca: ‘Il Milan è fragile in difesa’
“Non ho parlato con la squadra a fine partita. Abbiamo diversi problemi. Quando le cose non vanno bene manca coraggio per reagire, iniziamo a sbagliare in costruzione. Difensivamente siamo fragili”: è l’ammissione di Paulo Fonseca dopo la sconfitta del suo Milan in Champions contro il Liverpool. “Liverpool è stato più forte. E’ una squadra più forte di noi. Non è stato un problema di atteggiamento. Abbiamo cominciato bene la partita, dopo i due gol su calci piazzati la squadra ha commesso errori. Si reagisce per il derby lavorando e guardando cosa abbiamo sbagliato”.
Ibra: ‘Sono il boss, comando io. Tutti lavorano per me’
“Il mio ruolo è semplice, tanti parlano. Comando io, sono io il boss e tutti lavorano per me. Si lavora in silenzio”: lo dice il senior advisor di RedBird Zlatan Ibrahimovic a Sky Sport rivolgendosi anche a Zvonimir Boban negli studi.
E sulla sua assenza che ha destato qualche polemica nell’ambiente, Ibra risponde: “Quando leone va via, i gatti si avvicinano. Quando il leone torna, i gatti spariscono. E non sto parlando della squadra, ma di chi è fuori. Tutto quel che si dice, il livello è troppo basso. Mi sto concentrando sul lavoro, sono stato via per qualche giorno per motivi personali, sono presente. Si lavora, si pedala”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
(Except for the headline, this story has not been edited by PostX News and is published from a syndicated feed.)