Daniela Marilungo ai magistrati: “Non ho mai ricevuto le carte della Procura”. La Juve deposita il ricorso al Collegio di garanzia Coni
Ieri, poco prima del calcio d’inizio del derby, la Juventus ha depositato il ricorso al Collegio di garanzia del Coni contro la sentenza sulle cosiddette plusvalenze fittizie che ha portato ai 15 punti di penalizzazione in classifica. Entro 60 giorni, il ricorso sarà esaminato in udienza dal Collegio, che come tutti gli organi di terzo grado non giudicherà nel merito, ma sulla legittimità della decisione della Corte d’appello federale. Fin qui la notizia sul fronte della giustizia sportiva. Mentre sul versante penale, emergono le prime indiscrezioni sul faldone di circa mille pagine contenente le audizioni più recenti, tra cui quella di Daniela Marilungo, ex consigliera d’amministrazione indipendente della Juve.
Nubi e pressioni
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Otto ore di chiacchierata in procura. Il 12 gennaio, la Marilungo racconta agli inquirenti come sia arrivata alla decisione di dimettersi il 25 novembre, anticipando di fatto l’atto che avrebbe compiuto tutto il cda bianconero, a cominciare dal presidente Andrea Agnelli, tre giorni dopo. Mesi di dubbi, richieste d’informazioni rimaste inevase (“Non ho mai ricevuto le carte della Procura dalla Juve”), pressioni da parte dei vertici della società per l’approvazione rapida del bilancio, adducendo poco chiari criteri che avrebbero altrimenti portato a conseguenze sportive, come “la mancata iscrizione al campionato o la penalizzazione in classifica”. E poi la notte insonne dopo il cda del 24 novembre, in cui a latere il numero uno di Exor, John Elkann, aveva provato a rassicurare i consiglieri indipendenti, disorientati dai pareri discordanti dei consulenti (Toffoletto, Pozza e Deloitte) sul bilancio da approvare o meno con i rilievi della Consob. Infine il pianto liberatorio dopo la mail di comunicazione delle dimissioni, nonostante dalla Juve continuassero a chiamarla per sospendere il provvedimento. Ma chi voleva assolutamente che il bilancio fosse approvato senza restatement? La Marilungo non ha dubbi: “Il presidente Andrea Agnelli, è chiaro”. L’ex consigliere chiude la sua testimonianza rendendo noto agli inquirenti che lei non fosse stata messa a conoscenza della scrittura privata Chiellini-Agnelli sulla prima manovra stipendi (2020), così come delle side letters sulla seconda manovra stipendi (2021): “Non ho mai ricevuto dalla Juventus questi documenti”.
Dybala
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I pm di Torino hanno sentito anche Paulo Dybala. Dall’attaccante argentino hanno cercato di capire se deve ancora prendere soldi dalla Juve nell’ambito della seconda manovra stipendi, quella della stagione 2020-21, per cui i giocatori si sono accordati singolarmente e per la quale esistono, secondo l’accusa, delle scritture private (non registrate in Lega) con cui la Juventus si sarebbe impegnata a restituire le mensilità dovute anche in caso di addio al club bianconero come incentivo all’esodo. È il caso di Dybala e sull’argomento ieri è stato ascoltato in Procura Luca Ferrari, legale del giocatore. Questo perché risulterebbe che Dybala, in realtà come Ronaldo non abbia preso i 3,7 milioni che la Juventus si era impegnata a dargli. Una cifra che sarebbe stata accantonata dal club come fondo rischi nel bilancio 2021-22. Dall’audizione sarebbe emerso che Dybala avrebbe dovuto avere quei soldi entro gennaio ma, non avendoli ricevuti, ne avrebbe fatto richiesta al club tramite l’avvocato. La Juve a sua volta si sarebbe impegnata a farglieli avere.
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