Alto “solo” 1.88, fino a pochi giorni fa giocava in G-League: negli ultimi giorni prima ha firmato coi 76ers poi ha piazzato il dunk a 360° che ha convinto i giudici. A Lillard la gara del tiro da tre
Nel segno di Mac McClung. Il nome meno nobile dell’intero All Star Saturday, infatti, diventa il grande protagonista della giornata vincendo con grandissima personalità la gara delle schiacciate.
Sorpresa
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Non sono più i tempi di Vince Carter o di Nate Robinson e negli ultimi anni lo Slam Dunk Contest ha regalato emozioni con il contagocce, ma a Salt Lake City per una volta una competizione che ha fatto la storia della Nba torna a prendersi le luci della ribalza grazie alle prodezze di un giocatore che fino a pochi giorni fa era ancora nella G-League. In una sola settimana, infatti, è cambiata la vita di McClung che ha firmato un contratto con i 76ers, è diventato uno spokesman della Puma e ha chiuso in bellezza un periodo magico stravincendo la gara delle schiacciate. Tre dunk su quattro del giocatore nato in Tennessee ricevono il massimo dei voti e per chiudere i conti McClung supera il suo avversario in finale, Trey Murphy III dei Pelicans, con una spaziale schiacciata 360 che lascia a bocca aperta i giudici e i fan di Salt Lake City.
Su Youtube
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Alto solamente 1.88 la guardia che ha acquisito una certa popolarità su YouTube per i video delle sue schiacciate al liceo, e non a caso per la sua ultima dunk ha vestito la maglia di Gate City, la sua high school, può vantare un’esplosività assolutamente incredibile, mostrata a tutto il mondo dal parquet della Vivint Arena. Di colpo, quindi l’ex rookie dell’anno della G-League è diventato una celebrità per i tifosi Nba. “Sono sempre stato un “underdog” – sottolinea al termine dell’evento Mac McClung – ma questo per me è fonte di motivazione. Riuscire a dimostrare qualcosa a chi ti critica e a chi non ha fiducia in te è una grande soddisfazione. Vincere la gara delle schiacciate è stato come realizzare un sogno, sono felicissimo”.
Il re da tre
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Se un giocatore assolutamente sconosciuto si prende il palcoscenico, nella kermesse del sabato c’è spazio anche per il trionfo di una stella della Nba, Damian Lillard che vince la gara da tre superando in finale, proprio al fotofinish, Buddy Hield. Il leader dei Blazers, uno dei grandi favoriti della competizione alla vigilia, passa il primo turno insieme a Hield e a un grandissimo Haliburton che totalizza 31 punti. Il giocatore di Indiana fatica però nella finale, Hield firma 25 punti e Lillard, che veste la maglia della sua università, quella Weber State il cui campus è a mezz’ora di auto dall’arena dei Jazz, lo supera proprio con il suo ultimo canestro, chiudendo quindi a quota 26 e portandosi a casa il trofeo riservato al vincitore del Three Point Contest. “Era destino, evidentemente – dice il veterano di Portland – sono tornato in un posto per me davvero speciale, dove ho passato quattro splendidi anni al college, e vincere davanti a tanti amici e parenti è veramente speciale”. Decisamente meno spettacolare, e condito anche da diversi errori, invece, lo Skills Challenge che ha visto il trio di casa, Clarkson, Kessler e Sexton, trionfare contro la squadra dei rookie (Smith Jr., Banchero e Ivey) e quella che avrebbe dovuto essere la famiglia Antetokounmpo, ma per via dell’infortunio al polso destro di Giannis ha proposto accanto a Thanasis e Alex, Jrue Holiday che ha quindi preso il posto del suo compagno di squadra ai Bucks. Un All Star Saturday, comunque, davvero spettacolare che i tifosi di Salt Lake City non dimenticheranno tanto facilmente.
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